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Dura tax sed lex: dalla nicotina, al prezzo all’ingrosso

Da molti considerati come il Paese delle non-regole, gli Stati Uniti stanno attrezzandosi per regolamentare il vaping con norme e prescrizioni in linea con i principi di sicurezza e certificazione. E’ proprio di ieri la notizia che Obama ha firmato la legge sui flaconi di ricarica. Il sistema federale, però, lascia ampi margini legislativi alle autonomie statali: non da ultima, la tassa di consumo che, negli Stati Uniti, può essere determinata su base volontaria da ognuno dei cinquanta Stati.

Ogni Stato ha scelto (o sceglierà a breve) una strada diversa. La maniera più semplice per incamerare denaro è applicare una tassa sul prezzo di vendita all’ingrosso. Un esempio è un disegno di legge in corso di discusisone a Washington che applicherebbe una tassa del 60 per cento sul costo al dettaglio di prodotti vaping. In sostanza, su 100 dollari spesi all’ingrosso, 60 dollari andranno dritti dritti nelle casse dello Stato.
Tuttavia, in molti invece prefiscono tassare soltanto il liquido e non tutti i prodotti del settore del fumo elettronico. Le imposte sull’eliquid generalmente hanno un approccio per millilitro. Ad esempio, North Carolina e Louisiana hanno entrambi una tassa di 5 centesimi per millilitro. Ovvero, su un flacone da 30 millilitri venduto ad esempio a 15 dollari, la tassa inciderebbe con un ulteriore dollaro e mezzo. Una cifra sopportabile, si direbbe. Ma se prensiamo altri esempi, come accade in Kansas, il banco è destinato a saltare: 20 centesimi di tassa ogni millilitri fa infatti lievitare il prezzo di 6 dollari ogni 30 millilitri. A Chicago, sono addirittura 55 i centesimi aggiuntivi, con il risultato che la stessa boccetta da 30 ml. Venduta a 15 dollari non coprirebbe neppure il versamento erariale.
La terza strada, quella più difficile ma anche probabilmente più corretta, è la medesima che dovrebbe vedersi realizzata anche in Italia: tassare la quantità di nicotina. E’ l’esempio del New Mexico che introduce un prelievo di 4 centesimi per millilitro. Ciò significa che un flacone da 30 millilitri a 12 mg/ml di e-liquido avrebbe una tassa di 48 centesimi per ml, raggiungendo quindi quasi 15 dollari di tassazione. Questa è la prospettiva che probabilmente toccherà anche l’Italia. L’ipotesi di tassare con un centesimo di euro ogni mg di nicotina per milliltro consentirebbe una spalmatura dell’accisa in maniera più “soft” rispetto l’attuale, anche in considerazione del fatto che i flaconi da maggio non potranno contenere più di 10 millilitri di liquido.

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Nel dettaglio, ecco alcuni esempi di tassa applicata negli Usa:

Tassazione in essere:
Kansas, 20 centesimi per ml.
Louisiana: 5 centesimi per ml.
Minnesota: 95 per cento sul prezzo all’ingrosso
North Carolina: 5 centesimi per millilitro
Cook County, Illinois: 20 centesimi per ml.
Chicago, Illinois: 55 centesimi per ml.
Montgomery County, Maryland: 30 per cento sul prezzo all’ingrosso
Juneau, Alaska: 45 per cento sul prezzo all’ingrosso
MatSu, Alaska: 55 per cento sul prezzo all’ingrosso
Washington, DC: 67 per cento sul prezzo all’ingrosso

Ipotesi di tassazione in fase di discussione o approvazione:
Alaska: 100 per cento sul prezzo all’ingrosso
Hawaii: 80 per cento sul prezzo all’ingrosso.
Iowa: 50 per cento sul prezzo all’ingrosso.
Kentucky: Due ipotesi: o il 18 per cento sul prezzo al pubblico o il 15 per cento sul prezzo all’ingrosso.
New Jersey: 75 per cento sul prezzo all’ingrosso
New Mexico: 4 centesimi per mg di nicotina
New York: 95 per cento sul prezzo all’ingrosso
Virginia: 15 per cento sul prezzo all’ingrosso oppure 40 centesimi per ml.
Washington: 60 per cento sul prezzo al dettaglio
West Virginia: 7,5 centesimi per millilitro

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