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No Tobacco Day: l’Oms torna a colpire la sigaretta elettronica

Pubblicato un nuovo rapporto incentrato sui giovani e fortemente ostile allo strumento di riduzione del danno.

L’imminenza della Giornata mondiale contro il tabacco dell’Oms, che come tutti gli anni si celebra il 31 maggio, ci porta l’ennesima presa di posizione dell’istituzione sanitaria internazionale contro la sigaretta elettronica e tutti gli strumenti di riduzione del danno da fumo. Pochi giorni fa, infatti, ha visto la luce un nuovo rapporto della Organizzazione mondiale di sanità, intitolato “Hooking the next generation: how the tobacco industry captures young customers”, cioè “Accalappiare la prossima generazione: come l’industria del tabacco cattura i giovani clienti”. E, a scanso di equivoci, per l’Oms tutte le sigarette elettroniche sono equiparabili al tabacco e chiunque le produca è industria del tabacco.
Il senso del contenuto è tutto nel titolo del lavoro curato da Vinayak Prasad, capo della No Tobacco Unit, e dal direttore el Dipartment of health promotion Rüdiger Krech, che durante l’ultima Cop10 della Convenzione quadro sul controllo del tabacco invocò, senza poi successo, misure draconiane contro le e-cigarette. A togliere qualsiasi ulteriore dubbio sulla posizione Oms è la citazione che apre il rapporto, attribuita al direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. “La storia si ripete – afferma – e l’industria del tabacco cerca di vendere ai nostri figli la stessa nicotina in confezioni diverse. Queste industrie si rivolgono attivamente alle scuole, ai minori e ai giovani con i loro prodotti che sono sostanzialmente una trappola al sapore di caramella. Come possono parlare di riduzione del danno quando commercializzano ai bambini questi prodotti pericolosi e che creano dipendenza?”.
Nelle parole del direttore dell’Oms c’è tutta la sostanza del rapporto. I prodotti senza combustione come le sigarette elettroniche sono creati e prodotti appositamente per attirare i minori, così come gli aromi. L’industria non solo riesce ad aggirare i divieti di pubblicità dove ci sono, ma è anche colpevole di cercare di creare un clima favorevole alla riduzione del danno da fumo nell’opinione pubblica e nella politica. Non solo, continua il rapporto, la stessa industria finanzia e diffonde “pseudo-scienza”, termine con il quale, presumibilmente, l’organizzazione definisce qualsiasi ricerca o studio non sia d’accordo con le sue tesi.
Le soluzioni prospettate sono quelle che ci si può aspettare. “L’Oms – si legge nella nota stampa che accompagna il rapporto – esorta i governi a proteggere i giovani dal consumo di tabacco, sigarette elettroniche e altri prodotti a base di nicotina vietando o regolamentando rigorosamente questi prodotti. Le raccomandazioni dell’Oms includono la creazione di luoghi pubblici al chiuso al 100% senza fumo, il divieto delle sigarette elettroniche aromatizzate, il divieto di marketing, pubblicità e promozione, tasse più elevate, l’aumento della consapevolezza pubblica sulle tattiche ingannevoli utilizzate dall’industria e il sostegno a iniziative di educazione e sensibilizzazione guidate dai giovani”.
Non si sono fatte attendere le reazioni dei sostenitori della riduzione del danno da fumo. Sarah Jackson del Tobacco and Alcohol Resarch Group presso lo University College London sostiene che “questo rapporto e il comunicato stampa che lo accompagna fanno affermazioni che non riflettono accuratamente le attuali evidenze scientifiche sulle sigarette elettroniche”. L’Oms afferma infatti che non vi siano prove sufficienti dell’efficacia delle e-cig per smettere di fumare. “Una revisione su questo argomento di Cochrane (riconosciuta in tutto il mondo come lo standard più elevato nell’assistenza sanitaria basata sull’evidenza) – commenta Jackson – ha concluso che esistono prove di elevata certezza da studi randomizzati e controllati che le sigarette elettroniche aumentano i tassi di abbandono rispetto alla terapia sostitutiva della nicotina”.

Sarah Jackson

Il rapporto suggerisce addirittura che sia fuorviante dire che le sigarette elettroniche riducano il danno del fumo.  Anche qui risponde Sarah Jackson: “Ampie revisioni di studi, condotte indipendentemente dall’industria, concludono costantemente che, sebbene non sia esente da rischi, il vaping pone solo una piccola frazione dei rischi legati al fumo di tabacco”. Infine la ricercatrice confuta l’affermazione che l’e-cig introduca i giovani al fumo. “Attualmente – conclude Jackson – ci sono poche prove che suggeriscono che questa associazione sia causale: solo perché lo svapo precede il fumo non significa che lo svapo causi il fumo. Se così fosse, ci aspetteremmo di vedere il calo del fumo diminuire o invertirsi quando i tassi di svapo aumentano. Semmai, attualmente vediamo lo schema opposto: maggiori diminuzioni del fumo tra le fasce di età con maggiori aumenti del vaping”.

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