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Stati Generali Adm, Roccatti (Anafe): “Il sistema italiano funziona, ora evitare il flavour ban”

Il presidente dell'associazione dei produttori e distributori di sigarette elettroniche ha sottolineato che un eventuale divieto fomenterebbe il mercato nero e il contrabbando.

Negli ultimi quindici anni il mercato dei liquidi da inalazione in Italia ha vissuto un’evoluzione rapida e discontinua, trovando un equilibrio solo nel 2019 grazie alla riforma fiscale e alle nuove norme sulla circolazione dei prodotti. Con un sistema integrato di regolamentazione produttiva, distributiva e fiscale, l’Italia è passata da fanalino di coda a eccellenza a livello europeo. È quanto affermato in occasione degli Stati generali dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli da Umberto Roccatti, presidente di Anafe Confindustria. Auspicando, inoltre che, “in linea con l’attuale assetto, si evitino decisioni fiscali che potrebbero ripetere errori del passato”.
Nel suo intervento, Roccatti ha spiegato che il regime autorizzativo della distribuzione, l’istituzione dei depositi fiscali e l’applicazione dei contrassegni di legittimazione rendono l’Italia un mercato stabile e autorevole. Questo sistema genera un gettito, tra imposta di consumo e Iva, di circa 200 milioni di euro e offre occupazione diretta a circa 20 mila persone, con circa ulteriori 60 mila impieghi indiretti. “Tale regime autorizzativo – ha evidenziato Roccatti – ha oltretutto permesso di implementare un efficace sistema di controllo per proteggere i minori, che acquistano quasi esclusivamente da siti internet non autorizzati. A tal riguardo, ricordo che il settore e l’associazione sono in prima linea nel richiedere controlli ancora più rigorosi e un enforcement importante”. Gli aumenti di imposta previsti per il 2025 (+6,6%) e il 2026 (+6,3%), sebbene rappresentino un onere per la filiera, risultano comunque sostenibili secondo Anafe. “Finché gli aumenti non raggiungono la doppia cifra – ha precisato Roccatti – la filiera, pur con i sacrifici necessari, ha le risorse per sostenerne l’impatto. Tuttavia, aumenti più elevati devierebbero consistenti flussi d’acquisto verso canali illeciti”. Con riferimento alla Direttiva europea sui prodotti del tabacco (Tpd), ha inoltre evidenziato i rischi che deriverebbero dall’eventuale divieto degli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche. ”Rinnoviamo l’invito alle autorità italiane a non credere agli allarmismi legati ai presunti rischi connessi agli aromi per le e-cig e alla loro pretesa attrattività per i minori. I flavour hanno infatti la funzione essenziale e trasversale di agevolare il consumatore ad allontanarsi dalle sigarette tradizionali e rendono più efficace la fruibilità dei liquidi da inalazione per i consumatori. Dal 1° maggio è in vigore in Italia una norma fiscale specifica per i flavour, che non solo contribuirà al gettito fiscale, ma porterà anche a una normalizzazione e razionalizzazione dell’offerta da parte degli operatori nazionali. I dati empirici confermano l’impatto negativo del flavour ban in tutti i mercati dove è stato applicato: i consumatori, inclusi i minori, hanno continuato ad acquistare questi prodotti nel mercato nero, che in alcuni casi arriva a rappresentare fino al 90% del totale. In Italia – ha concluso Roccatti – il loro divieto creerebbe il più grande mercato del contrabbando dopo la cannabis”.

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