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Sigaretta elettronica: dove si vietano gli aromi aumentano i fumatori

Uno studio americano ha confrontato i dati degli Stati che hanno applicato divieti con quelli che non lo hanno fatto.

Vietare gli aromi diversi dal tabacco nei liquidi per sigaretta elettronica ha come conseguenza indesiderata quello di aumentare i tassi di fumo, per un effetto di sostituzione, soprattutto fra i cosiddetti giovani adulti, quelli di età compresa fra 18 e 24 anni. A lanciare l’allarme è un lungo studio condotto dal National Bureau of Economic Research, autorevole organizzazione no-profit statunitense attiva dal 1920 nella ricerca in campo economico-finanziario. Il lavoro, intitolato “The Effect of E-Cigarette Flavor Bans on tobacco Use”, è stato condotto da sei accademici di diversi atenei degli Usa: Chad Cotti, Johanna Catherine Maclean, Charles Courtemanche, Erik Nesson, Yang Liang e Joseph Sabia. Lo scopo era, appunto, analizzare l’impatto dei divieti sugli aromi sui tassi di svapo e di fumo.
Fra il 2019 e il 2020, sull’ondata dei casi di Evali, alcuni Stati americani hanno vietato gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche. Alcuni erano temporanei, altri invece sono rimasti in vigore anche quando si è scoperto che a causare le lesioni polmonari era l’acetato di vitamina E contenuto in prodotti illegali al Thc e non le comuni sigarette elettroniche con nicotina. Gli Stati presi in esame dallo studio sono: Rhode Island, Massachusetts, New York, Utah, New Jersey, Maryland, Montana e Washington. Questi ultimi due hanno applicato un divieto temporaneo, scaduto a gennaio del 2020. Le cifre su vaping e fumo di questi Stati sono stati confrontati con quelli degli altri che non avevano adottato divieti.
I dati sono stati presi da quattro indagini nazionali: il Population Assessment of Tobacco & Health, lo Youth Risk Behavior Survey, Monitoring The Future e Behavior Risk Factor Surveillance Survey. Tre sono le fasce di età prese in considerazione: gli adolescenti (14-17 anni), i giovani adulti (18-24) e gli adulti (dai 25 anni in su). Fra gli adolescenti, il confronto del numero di coloro che utilizzavano liquidi aromatizzati prima e dopo il divieto ha mostrato che c’era una piccola diminuzione nell’uso degli aromi vietati tra gli Stati vietati e quelli non vietati. Vi erano invece poche evidenze di una riduzione dell’uso della sigaretta elettronica in generale. L’altra scoperta era un certo grado di sostituzione del vaping con il fumo in seguito ai divieti sugli aromi: una percentuale compresa fra l’1,7% e il 2,6% degli adolescenti ha iniziato a fumare.
La differenza nei tassi di svapo fra i periodi pre e post divieto sugli aromi è più elevata fra i giovani adulti, con una riduzione pari al 5,2% negli Stati che hanno vietato gli aromi rispetto a quelli non lo hanno fatto. Anche in questa fascia di età, però, si è verificato un effetto sostituzione e le limitazioni sulla sigaretta elettronica hanno portato un aumento fra il 2,4% e il 2,6% di chi aveva fumato nel mese precedente e fra lo 0,8% e l’1,3% dei fumatori quotidiani. Quelli su cui i divieti hanno avuto meno impatto sono stati, invece, gli adulti con una differenza di svapo e fumo minima fra gli Stati che vietavano gli aromi e quelli ce non lo facevano.
In generale, quindi, il calo dei tassi di svapo fra adolescenti e adulti dopo i divieti sugli aromi è minimo, probabilmente anche perché i consumatori possono ricorrere al fai-da-te e per l’entrata in gioco di un mercato illegale dei prodotti vietati. C’è invece un calo maggiore del vaping fra i giovani adulti, con un conseguente aumento del fumo. Non certo un risultato desiderabile. “Abbiamo riscontrato – concludono infatti gli autori dello studio – che le restrizioni sugli aromi per e-cig possono anche comportare un costo non previsto per la salute pubblica legato al tabacco. Abbiamo dimostrato che l’adozione di una restrizione è associata ad un aumento da uno a tre punti percentuali della probabilità di fumare sigarette combustibili. L’entità di questi effetti di ricaduta per i giovani e i giovani adulti, insieme alle grandi conseguenze negative sulla salute legate al tabacco derivanti dall’uso di tabacco combustibile suggerisce che gli effetti sulla salute dei divieti sugli aromi possono essere negative”.

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