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Sigarette elettroniche vietate, il Brasile pensa al dietrofront

Nonostante il divieto introdotto sin dal 2009, il governo ha dovuto far fronte al dilagare dei canali di vendita paralleli.

Il Brasile potrebbe finalmente autorizzare la vendita di sigarette elettroniche e liquidi di ricarica, revocando un divieto che è in vigore dal 2009.
La revisione della norma è approdata in commissione economia del Senato dove dovrebbe essere votata entro la fine del mese. Lo ha rivelato l’agenzia di stampa Prensa Latina. Attualmente, il Brasile, il più grande paese del Sud America, vieta la produzione, l’importazione, la vendita, la distribuzione, lo stoccaggio, il trasporto e la pubblicità di prodotti del vaping. Un divieto globale stabilito nel 2009 dall’agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria brasiliana, Anvisa. La motivazione principale alla base del regolamento era di proteggere la salute pubblica impedendo l’introduzione di prodotti potenzialmente dannosi che non erano stati adeguatamente testati per la sicurezza. A quel tempo, i dispositivi elettronici di somministrazione di nicotina erano un fenomeno relativamente nuovo e, effettivamente, non c’erano prove scientifiche acclarate e puntuali. Tuttavia, nonostante le severe normative, il mercato brasiliano dello svapo ha continuato a crescere, alimentato dalla domanda e dall’aumento globale della domanda come alternativa al fumo tradizionale. Ciò ha portato alla diffusa disponibilità di sigarette elettroniche attraverso canali secondari, comprese le vendite online e la distribuzione del mercato nero, minando efficacemente il divieto. La politica sembra dunque averne preso atto e, la soluzione migliore, è stata decidere di fare dietrofront e restare al passo con i tempi. Ennesima dimostrazione di come i proibizionismi non possano funzionare ma, al contrario, è necessario regolamentare secondo scienza (soprattutto) e coscienza.

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