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UK, proposta shock dell’associazione medici: vietare gli aromi

In un report appena pubblicato la British Medical Association chiede misure draconiane. Le critiche di esperti e consumatori.

Che i tempi fossero cambiati nel Regno Unito era evidente già da un po’ di tempo. E a confermarlo è arrivata ieri la pubblicazione di un report da parte della British Medical Association (Bma) che chiede al governo pesanti restrizioni sulla sigaretta elettronica. Il documento si intitola “Taking our breath away: why we need a stronger regulation on vaping” e si preoccupa soprattutto dell’uso giovanile, sia esso occasionale o regolare, aumentato nel paese negli ultimi anni. E per limitarlo propone misure decisamente drastiche.
Nel suo report la Bma riconosce il ruolo della sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare. “È stato scoperto che le sigarette elettroniche sono un valido aiuto per smettere di fumare e sono più efficaci delle terapie sostitutive della nicotina da banco, come cerotti e gomme”, scrivono gli autori, che però poi continuano: “Tuttavia, esse non sono destinate a essere utilizzate per scopi diversi da questo e in particolare i minori non dovrebbero essere incoraggiati a iniziare a svapare. Le sigarette elettroniche non sono prive di rischi e possono portare alla dipendenza dalla nicotina”.

Sigarette elettroniche monouso (photo Shutterstock)

Fra i motivi che possono invogliare i minori a svapare, la British Medical Association individua la diffusione delle e-cig monouso, troppo pratiche ed economiche, i gusti diversi dal tabacco, la visibilità e le confezioni accattivanti dei prodotti. E per questo chiede al governo di introdurre sei misure che cambierebbero completamente il panorama del vaping in quello che finora è stato il paese più aperto allo strumento di riduzione del danno da fumo.
L’associazione dei medici chiede infatti al governo di: vietare la produzione e la vendita di tutte le sigarette elettroniche monouso; vietare tutti gli aromi per sigarette elettroniche diversi dal tabacco; proibire l’uso di immagini, colori e marchi sia per le confezioni che per i dispositivi per il vaping; ridurre la visibilità delle sigarette elettroniche limitando ulteriormente la pubblicità e il marketing e l’esposizione nei punti vendita; contrastare il commercio illegale; varare restrizioni anche per altri prodotti con nicotina, come le bustine.

Peter Hajek

Proposte pesanti come macigni che hanno sollevato le critiche di quel mondo scientifico che crede nella riduzione del danno da fumo. “Alcune delle normative proposte da questo rapporto sono sensate – commenta il professor Peter Hajek della Queen Mary University di Londra – ma la richiesta di vietare gli aromi per sigarette elettroniche diversi dal tabacco è fuorviante. L’obiettivo di cui i medici dovrebbero preoccuparsi di più è il fumo, e i fumatori di tutte le età preferiscono sigarette elettroniche con aromi diversi dal tabacco”. Hajek sottolinea come il fumo tra i giovani sia ai minimi storici e che la cifra degli svapatore, che tanto preoccupa la Bma, include i potenziali fumatori che altrimenti userebbero l’alternativa incomparabilmente più rischiosa. “Sono necessarie normative che impediscano l’adozione dello svapo da parte dei giovani – conclude di docente – Tuttavia, i legislatori devono assicurarsi che le preoccupazioni sui rischi futuri molto ipotetici dello svapo tra i giovani non prevalgano sulle preoccupazioni sui rischi molto reali e presenti del fumo fra gli adulti”.

Lion Shahab

Critico anche il professor Lion Shahab del Tobacco and Alcohol Research Group presso lo University College di Londra. Pur condividendo alcune delle proposte della Bma (come restrizioni al marketing rivolto ai giovani, confezioni standardizzate, divieti di esposizione nei punti vendita e lotta alla vendita illegale di sigarette elettroniche), il docente ammonisce: “Per migliorare la salute della popolazione nel suo complesso, è importante riconoscere il ruolo che le sigarette elettroniche hanno svolto nel ridurre la prevalenza del fumo nel Regno Unito, che si attesta a un minimo storico. A tal fine, la legislazione per proteggere i giovani deve essere bilanciata con la necessità di supportare i fumatori a smettere, anche con le sigarette elettroniche”. E quindi bisogna stare attenti alle conseguenze indesiderate delle proposte. “Le ricerche hanno dimostrato – spiega Shahab – che gli aromi sono importanti per gli adulti che passano dal fumo alle sigarette elettroniche, non solo per i giovani; un divieto totale sugli aromi può aumentare il consumo di sigarette come è stato dimostrato negli Stati Uniti, dove tali divieti sono stati attuati”.
Shahab è contrario anche a vietare le e-cig usa e getta, “usate da moltissimi fumatori ed ex fumatori”. Secondo lui la soluzione è ridurre l’attrattiva del prodotto sui giovani, agendo sulle confezioni, le descrizioni dei gusti e il marketing e ritornando a quell’equilibrio che il paese ha mantenuto per molti anni. “In breve – conclude – dobbiamo far sì che lo svapo torni ad essere noioso, ma dobbiamo stare attenti a non buttare via il bambino insieme all’acqua sporca. Le sigarette elettroniche […] hanno un ruolo cruciale da svolgere nel ridurre la prevalenza del fumo per raggiungere l’obiettivo governativo di non fumare del 5% entro il 2030”.
Anche i consumatori esprimono la loro preoccupazione. “Il Regno Unito è stato leader nella promozione dello svapo come strumento di riduzione del danno da fumo, che è stato fondamentale nel ridurre i tassi di fumo nel paese – afferma Alberto Gómez Hernández, Policy Manager di World Vapers’ Alliance – È fondamentale che qualsiasi nuova regolamentazione sia bilanciata per proteggere i giovani senza compromettere l’accesso degli adulti ad alternative più sicure al fumo”.

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