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Aumenta il vaping fra i non fumatori, ma forse è una buona notizia

Lo rileva uno studio britannico, mentre il fumo in UK è al minimo storico. Se la sigaretta elettronica sostituisce il tabacco è un bene per la salute pubblica.

Sta facendo molto discutere un nuovo studio britannico pubblicato oggi su The Lancet, intitolato “Vaping among adults in England who have never regularly smoked: a population-based study, 2016–24”. A condurlo sono stati quattro ricercatori dello University College di Londra, protagonisti della ricerca sulla sigaretta elettronica per più di un decennio: Sarah Jackson, Lion Shahab, Harry Tattan-Birch e Jamie Brown. Lo scopo dello studio, come si evince dal titolo, era stimare le tendenze temporali nella prevalenza del vaping tra gli adulti che non hanno mai fumato regolarmente e tracciarne il profilo. Per farlo è stato utilizzata una indagine trasversale mensile rappresentativa a livello nazionale in Inghilterra che ha riguardato, da luglio 2016 ad aprile 2024, 153.073 partecipanti, 94.107 dei quali non erano fumatori abituali. Sono state registrate anche le caratteristiche sociodemografiche e il consumo di alcool dei partecipanti.
I risultati dimostrano che mentre l’uso della sigaretta elettronica fra i non fumatori abituali è rimasta relativamente stabile, con una media dello 0,5%, fino al 2021, dopo questa data è aumentata fino a raggiungere il 3,5% nell’aprile del 2024. Questo aumento si è registrato soprattutto fra la fascia di età dei giovani adulti (19%) e fra chi aveva tassi di consumo di alcol più elevati (22,1%). I dispositivi più usati nel 2023-24, aggiunge lo studio, erano quelli monouso con liquidi a 20mg/ml di nicotina o più. Dunque, secondo questa ricerca, in Inghilterra c’è circa un milione di svapatori che non erano fumatori regolari. Questo è bastato, ovviamente, per lanciare nuovi allarmismi sulla stampa britannica. Ma, come spiegano gli stessi autori nello studio, la questione non va vista in termini così semplicistici.
A questo punto è utile affiancare a questi dati quelli dell’Annual Population Survey dell’Office for National Statistics, l’istituto nazionale di statistica britannico, pubblicati il 1° ottobre. Secondo queste cifre nel 2023 i fumatori nel Regno Unito erano 6 milioni, pari all’11,9%, la percentuale più bassa mai registrata da quando si conduce l’indagine. La riduzione più importante del fumo si è avuta fra i giovani adulti, quelli fra i 18 e i 14 anni, che è passata dal 25,7% del 2011 al 9,8% del 2023. Un calo di 15,9 punti percentuali. E sempre fra i giovani adulti (anche se in questo sondaggio la fascia è 16-24) si registra in Gran Bretagna anche la maggiore diffusione della sigaretta elettronica, usata quotidianamente o occasionalmente dal 15,8% (in generale, invece, sono 5,1 milioni gli adulti che svapano, pari al 9,8% della popolazione). Insomma, sembrerebbe che la sigaretta elettronica stia sostituendo quella a tabacco combusto anche nell’iniziazione, il che, vista l’enorme differenza di dannosità, potrebbe essere una buona notizia.
Anche gli autori suggeriscono questa ipotesi. “Per comprendere le probabili conseguenze di un aumento del vaping regolare tra i non fumatori abituali, è importante considerare l’ipotesi controfattuale: cosa avrebbero fatto queste persone in assenza della sigaretta elettronica? – scrivono gli autori – Se questi individui avessero fumato, il vaping avrà un effetto di riduzione del danno, indirizzandoli verso un prodotto alla nicotina meno dannoso. Il maggiore aumento della prevalenza del vaping tra i non fumatori abituali che consumano più alcool, suggerisce che l’adozione dell’e-cig potrebbe essere più comune tra le persone con una propensione a comportamenti rischiosi e che potrebbero aver iniziato a fumare se non avessero iniziato a svapare. Poiché le sigarette elettroniche offrono un’alternativa attraente e meno dannosa ai prodotti del tabacco combustibili, è probabile che più persone inizieranno a svapare senza aver mai fumato”. Se, invece, queste persone non avrebbero fumato, continuano, allora l’uso della sigaretta elettronica li esporrà a rischi maggiori che se non avessero né fumato né svapato.

Peter Hajek

Più convinto della prima ipotesi è Peter Hajek della Queen Mary University, anche lui autore di importanti ricerche sulla sigaretta elettronica, che commenta il lavoro dei colleghi. “Alcune persone – spiega – hanno geni e circostanze che le portano ad apprezzare i prodotti a base di nicotina. Tradizionalmente finivano per fumare ma alcuni stanno scoprendo il vaping senza prima diventare fumatori. Se la sigaretta elettronica non esistesse, ora fumerebbero. Gli autori dello studio lo sottolineano”. Anche Hajek fa il parallelo con i recenti dati su fumo e vaping: “I dati appena pubblicati dall’Office for National Statistics mostrano che la prevalenza del fumo nel Regno Unito è inferiore al 12%, un minimo storico. Se si consente ad alternative molto meno rischiose di continuare a competere con le sigarette, il fumo (e le malattie cardiache, polmonari e i tumori che causa) continuerà a diminuire”. E fa alcuni esempi: “Il Regno Unito e gli Stati Uniti, che consentono lo svapo, hanno visto cali significativamente più rapidi nelle vendite di sigarette e nel fumo tra i giovani e le persone a basso reddito rispetto all’Australia, che vieta il vaping. La Svezia, che è l’unico paese dell’Ue che consente l’uso di tabacco orale a basso rischio, ha di gran lunga la più bassa prevalenza di fumo”.
Insomma, conclude il professore, “sono necessari sforzi per limitare l’uso di prodotti a base di nicotina tra gli adolescenti, ma se un numero maggiore di adulti (e adolescenti) inizia a svapare invece di fumare, questa potrebbe essere una buona notizia”.

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