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Quasi un quarto della popolazione svizzera (24%) ha fumato nel 2022, in calo di tre punti percentuali rispetto al tasso del 2017. Il dato emerge dal quinquiennale rapporto elaborato dall’Ufficio federale di statistica. Il calo del fumo è un fenomeno relativamente nuovo in Svizzera. Basti pensare che è il livello più basso mai toccato dal 1992, quando a fumare era il 30% della popolazione. La riduzione è stata più pronunciata tra le persone con alta scolarizzazione. Nel 2022, gli svizzeri con un titolo di studio di primo livello fumavano più frequentemente e più pesantemente di coloro che avevano completato un’università o una formazione professionale superiore. Anche questa distinzione è nuova. Trent’anni fa non c’erano quasi differenze nel fumo in base al livello di istruzione.
I nuovi tipi di prodotti del tabacco e le sigarette elettroniche sono particolarmente popolari tra i più giovani: nel 2022 ne hanno fatto uso il 17 per cento delle persone di età compresa tra 15 e 24 anni. Ma è un dato scontato visto che come tutte le innovazione fanno breccia principalmente nelle nuove generazioni.
Nonostante il calo, i tassi di fumo in Svizzera restano elevati rispetto a molte altre nazioni come ad esempio Regno Unito (14 per cento), Norvegia (14 per cento), Canada (12 per cento) e Australia (13 per cento). L’Italia si attesta sulle stesse percentuali della Svizzera.