L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Chiude Sovape, l’associazione francese per la sigaretta elettronica

I membri lamentano censura, minacce, calunnie e denigrazioni che rendono impossibile continuare l'attività.

La censura, le minacce, le menzogne, la denigrazione e la calunnia, a cui si aggiunge la diffusione di notizie false e la negazione dei dati scientifici, hanno creato un clima che rende la nostra missione insostenibile”. Con queste parole tristi e preoccupanti affidate a un comunicato stampa, l’associazione francese per la sigaretta elettronica Sovape annuncia la sua chiusura. Era stata fondata nel 2016, in seguito al primo Sommet de la Vape, ed era stata per anni un punto di riferimento nel dibattito sulla riduzione del danno da fumo e sul vaping non solo in Francia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’impossibilità quest’autunno di realizzare l’indagine sulla percezione dei francesi relativa ai rischi della sigaretta elettronica e della nicotina, che l’associazione conduce dal 2019 con cadenza annuale e che, per la cronaca, dimostra anno dopo anno un peggioramento. Nonostante il rapporto ormai storico, il gruppo di ricerca Bva, a cui è sempre stata commissionata l’indagine, quest’anno ha rifiutato la collaborazione, a causa di interessi con un non meglio definito “attore sanitario”, che impediscono di collaborare con organizzazioni legate al vaping e alle sigarette. “Il rifiuto di dare seguito a questo sondaggio – commenta Sovape – illustra la censura politica subita per diversi mesi e rende impossibile riflettere sulla riduzione dei rischi legati al fumo e al suo contesto in Francia”.
Ma, come detto, si tratta solo dell’ultima goccia. L’associazione lamenta, infatti, anche una serie di attacchi infondati e diffamatori della stampa, oltre ad “azioni condotte dietro le quinte con i leader politici o l’amministrazione, pressioni, a volte esercitate direttamente dai lobbisti del tabacco, o attacchi più personali vicine all’associazione e ritorsioni a livello professionale nei confronti di personalità che hanno osato sostenere il nostro approccio”. Tutto questo è stato un po’ troppo per un’associazione formata da semplici volontari e nata, come molte, sull’onda dell’entusiasmo per uno strumento di riduzione del rischio come la sigaretta elettronica, visto come una grande opportunità per prevenire malattie e morti premature per milioni di fumatori in Francia.
Secondo Sovape il clima in Francia è cambiato a partire dal 2019, con l’arrivo del nuovo direttore generale del Ministero della salute, Jérôme Salomon, che è tornato indietro su tutte le aperture al vaping fatte dal predecessore François Bourdillon. Da allora – si legge nel comunicato – “il fumo è rimasto stabile in Francia al 32% della popolazione (25% fumatori giornalieri). La calunnia e la menzogna hanno sostituito il dialogo, i pregiudizi hanno escluso l’analisi e la riflessione, il panico morale ha preso il posto di un approccio pragmatico efficace”.
Di fronte a tutto questo, Sovape ritiene impossibile continuare a svolgere la sua missione e annuncia il suo scioglimento e la fine delle attività. “Ci rammarichiamo di non essere più in grado di coltivare un dialogo per promuovere l’approccio di riduzione del rischio contro la principale causa di malattie prevenibili e di morte prematura in Francia – conclude l’associazione – Non ci pentiamo di averci provato, ma dobbiamo renderci conto che non è più possibile per noi condurre questa lotta che ci sta a cuore e che ha tuttavia contribuito a salvare vite umane!”.
Questo annuncio si aggiunge alla chiusura annunciata alla fine del mese scorso di Vap’you, storico blog francese curato da Sébastien Béziau, a dimostrare che in Francia non tira una buona aria per il vaping. A difendere le ragioni dei consumatori rimangono le associazioni Aiduce e la Vape du Cœur, ai quali andranno, insieme all’Institut Pasteur, i fondi rimasti a Sovape.

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